venerdì 2 marzo 2007

Bisio, che simpatico umorista

Claudio Bisio e la comicità. Un botta e risposta con il celebre cabarettista-comico-presentatore (ma anche ottimo ballerino) prima della sua apparizione con Les Arnò.
Come giudichi il mondo della comicità al giorno d’oggi? Noti qualche differenza tra ora e vent’anni fa?
“Sicuramente il numero dei comici è cresciuto rispetto al passato, solo che è calato il numero dei locali dove è possibile esibirsi. Mi sembra che al giorno d’oggi i comici trovino maggiore difficoltà a fare cabaret, sia all’inizio che durante il prosieguo della loro attività”.
Quali sono i locali storici del cabaret?
“A Milano, sicuramente Zelig è stato quello più rinomato, anche se prima di questo c’era il Derby Club, un locale dove si sono esibiti i vari Abatantuono, i Gatti di Vicolo Miracoli, i Boldi, i Teocoli e i Cochi e Renato tanto per citare alcuni nomi”.
Perché uno spettacolo come il cabaret attecchisce meglio nelle regioni del nord?
“Sicuramente fare cabaret è un fenomeno nordico, che si avvicina molto alla tradizione mitteleuropea, dove il cabarettista esprime la sua comicità attraverso giochi di parole, iperboli. Sicuramente è un modo diverso di fare comicità rispetto alle macchiette romane o alla teatralità dei comici napoletani, riferendomi nel primo caso ai vari Montesano, Panelli, Proietti e Guzzanti, mentre nel secondo a Totò”.
Che cosa significa fare satira?
“Far ridere calpestando tutto e tutti: dai potenti a se stessi, chi fa satira deve avere una buona dose di ironia, ma soprattutto di autoironia”.
Quant’è difficile far ridere la gente?
“Moltissimo”.
Per quel che riguarda i tuoi programmi a breve?
“Da autunno andrà in programmazione “Zelig Off”, con moltissime facce nuove, mentre una speciale puntata di Zelig andrà in onda la notte di capodanno, con la trasmissione del varietà comico che inizierà a Gennaio”
La tua spalla sarà sempre la solare e ammaliante Vanessa Encontrada?
“Si”.
(Metropoli Chianti settembre 2004)

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