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giovedì 24 maggio 2012
Udinese e Napoli, quei due esempi diversi da prendere in considerazione
Uno a nord ed uno al sud. Udinese e Napoli rappresentano sicuramente di modelli da prendere in seria considerazione per creare la Fiorentina 2.0. I bianconeri friulani per il secondo anno consecutivo sono riusciti ad approdare ai play off di Champions, giungendo prima quarti e poi terzi (menomale che i viola hanno contribuito pesantemente, insieme all’Inter a conservare quel posto Champions in più dino all’edizione 2010/11, prima dell’inesorabile tracollo nel ranking Uefa per nazioni, ma qui le colpe risiedono più che altro negli altri club che non hanno onorato l’Europa League negli ultimi anni ndr), un doppio miracolo targato Guidolin che gli ha permesso di ricentrare l’obiettivo nonostante la tripla cessione di un pezzo pregiato per reparto (Zapata, Inler, Sanchez), un gioco spettacolare (rispetto alla mediocrità del calcio italiano) ed una gestione/programmazione lungimirante sui giovani e sugli ingaggi (l’Udinese ha di gran lunga il miglior rapporto in base ai punti fatti). Gli azzurri partenopei, che hanno ricalcato il modello Fiorentina 1.0 grazie ad un tecnico come Mazzarri, oltre al lungo lavoro svolto precedentemente dall’ex dirigente Marino, hanno però fatto loro il proverbio ‘l’allievo supera il maestro’. Nel 2004, due anni dopo l’arrivo dei fratelli Della Valle a Firenze in una Fiorentina in C2, Aurelio De Laurentiis rileva il club partendo dalla C1 e riuscendo nelle ultime due stagioni a far tornare in auge un club, sia in Italia che in Europa con importantissimi piazzamenti, mettendo però in bacheca una Coppa Italia, ovvero quel trofeo che è mancato alla Fiorentina 1.0 per poter etichettare quel ciclo chiuso due stagioni fa come veramente vincente, cosa che è avvenuta a Firenze nel 1996 con Ranieri quando nel giro di pochi mesi vennero alzate Coppa Italia (un intero stadio ad attendere fino a notte fonda il ritorno al Franchi di Batistuta e co. da Bergamo col trofeo) e Supercoppa Italia, fino all’ultima euforia nel 2001 con la sesta Coppa Italia targata Terim/Mancini prima dell’annus horribilis. Rivedendo le immagini della festa a Napoli per quel successo, dopo aver schiantando l’inscalfibile corazzata Juventus, aumentano i rimpianti per non essere riusciti nel corso di questi anni ad approdare almeno in finale (che regala, oltretutto, quasi sempre la qualificazione ai preliminari di Europa League) nell’unica competizione relativamente meno difficile da inserire nell’hall of fame.
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